Italia agli ultimi posti nell’Ocse sull’occupazione giovanile

Rapporto annuale: alta quota "neet", pochi studiano e lavorano

MAG 27, 2015 -

Roma, (askanews) – Italia agli ultimi posti nell’Ocse sull’occupazione giovanile. Nella fascia di età 25-29 anni, lavora solo un giovane su due, a fronte di una media tra i paesi avanzati che supera il 70 per cento. Peggio fa solo la Grecia. E secondo il rapporto annuale sulla preparazione dei giovani, sempre in Italia si registra il quarto livello più elevato dei cosiddetti “Neet”, ovvero coloro che non lavorano, non studiano e non seguono nessuna formazione.

Non solo. Il Belpaese risulta ultimo assoluto sulla percentuale di giovani che combinano studio e lavoro. Appena uno su dieci. Anche perché secondo l’ente parigino si è praticamente azzerato il ricorso all’apprendistato.

In generale nell’intera area Ocse i giovani che non lavoravano e non studiavano, i neet erano 39 milioni nel 2013: 5 milioni in più rispetto a prima della crisi. E le stime per il 2014 indicano pochi miglioramenti.

Il problema è anche finanziario, avverte l’Ocse. Perché tutti questi inattivi si traducono in minori entrate fiscali, costi maggiori sulle prestazioni sociali e un possibile clima d instabilità. I giovani, è il messaggio finale, devono essere una ricchezza per l’economia, non un potenziale onere.