La pasta italiana piace al mondo ma soffre concorrenza all’estero

Nasce una cabina di regia Aidepi-Mipaaf-Mise per promuoverla

MAG 21, 2015 -

Milano (askanews) – Dici pasta e dici Italia. Poi però nel mondo su dieci piatti mangiati solo tre sono tricolore. Perchè se noi siamo bravi a fare pasta, gli altri ci fanno affari a volte anche in maniera sleale. E’ per questo che Aidepi, l’associazione delle industrie italiane del dolce e della pasta insieme al ministero delle Politiche agricole e a quello dello sviluppo economico ha promosso una cabina di regia che entro la fine dell’anno dovrà elaborare proposte per sostenere la nostra pasta nel mondo. Paolo Barilla, presidente Aidepi: “Noi dobbiamo fare nel nostro paese un lavoro che possa difendere e promuovere dai piccoli produttori ai grandi che invece hanno un altro ruolo. E’ fattibile sta a noi progettare un sistema che accolga tutti”.

Ed è proprio questo voler fare sistema la chiave di volta secondo i protagonisti della cabina di regia per vincere la competizione fuori dall’Italia: sebbene più della metà della nostra produzione pastaia finisca all’estero, infatti, la filiera soffre per la progressiva riduzione dei pastifici italiani – dagli oltre 500 negli anni ’70 ai non più di 120 oggi – per la diffusione di diete a basso apporto di carboidrati, ma soprattutto per la concorrenza sleale anche a pochi passi da noi in Europa. Senza contare i problemi strutturali sui mercati emergenti come Russia e Cina e i dazi anti-dumping degli Stati Uniti. Una efficace promozione per raccontare al mondo la qualità della nostra pasta può essere l’inizio per contrastare la slealtà dei competitors che fanno di tutto per imitarci.

“Spesso noi come linguaggio utilizziamo quello della difesa noi dovremmo essere invece tutti insieme e questo tavolo che parla in termini di promozione e non di difesa”.