Sottosegretario Gozi: l’Ue vari nuova politica migratoria

Per i rifugiati ma anche per i migranti economici

MAG 7, 2015 -

Roma, 7 mag. (askanews) – L’Unione Europa dopo la tragedia nel mare della Libia che ha ucciso oltre 700 persone, ha aumentato gli aiuti per il pattugliamento del mare e il salvataggio dei migranti, ma c’è molto da fare in particolare sulla redistribuzione dei richiedenti asilo in Europa. Il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio per gli Affari europei Sandro Gozi, intervistato negli studi di askanews, parla dell’Agenda europea per la migrazione che sarà presentata a breve dalla Commissione Ue a Bruxelles e spiega, è necessario in effetti rivedere il Regolamento di Dublino.

“Il vertice Ue convocato su richiesta di Matteo Renzi ha certamente fatto un passo avanti nell’affermare il principio che il Mediterraneo è una frontiera europea, e che l’operazione Triton deve diventare più efficiente: stanno arrivando più mezzi. Ma nell’Agenda europea per la migrazione che verrà presentata il 13 maggio ci aspettiamo non una serie di principi, bensì delle risposte operative” spiega Gozi. “La Commissione deve dirci come concretamente realizziamo la distribuzione dell’onere per quanto riguarda i richiedenti asilo; quale idea ha per sviluppare una politica di migrazione economica legale a livello europeo, magari con le quote distribuite fra gli Stati membri. Anche questa è una risposta politica. L’immigrazione è emergenza rispetto ai richiedenti asilo, emergenza rispetto alla lotta ai trafficanti umani; però è anche risposta politica di più medio e lungo periodo”.

Si tratta, spiega Gozi, di capire “come gestiamo il tema della migrazione economica non da subire ma da governare, e come otteniamo una cooperazione concreta dai paesi di origine e di transito, come l’assistenza che l’Unione europea dà ai paesi africani viene legata a un impegno nel cogestire i flussi migratori”.

L’Ue, spiega Gozi, deve sfruttare i margini di flessibilità concessi dal Regolamento di Dublino ma deve andare oltre: “c’è la possibilità di favorire i ricongiungimenti familiari, la possibilità di superare le rigidità di Dublino per quanto riguarda i minori non accompagnati”. E lo scoglio maggiore, quello che prevede che il migrante possa chiedere asilo solo nel primo paese di approdo. “In realtà già Dublino sempre su base volontaria consentirebbe di superare questa norma” ricorda Gozi. “La Commissione dovrebbe spingere per sfruttare tutte le flessibilità esistenti nelle regole attuali. Ma è chiaro che vorremmo anche delle proposte da Commissione su come superarle, magari con un principio di mutuo riconoscimento per cui lo status di rifugiato in un paese venga automaticamente riconosciuto dagli altri. Sarebbe il superamento di un impianto, quello di Dublino, che è obsoleto, concepito negli anni Novanta, in un’altra epoca storica”.