L’Esa studia come difendere il pianeta dall’impatto con asteroidi

Esa e Nasa proveranno a deviare un "sasso spaziale" nel 2020

APR 17, 2015 -

Roma (askanews) – Cosa succederebbe se un asteroide colpisse il nostro pianeta? La fantascienza ci aiuta a ipotizzare scenari quanto meno catastrofici. Un evento potenzialmente in grado di creare l’estinzione di diverse forme di vita, umani compresi.

Tuttavia, per dare una risposta scientifica a questa domanda alla sede italiana dell’Esa, l’Agenzia spaziale europea, a Frascati è stata realizzata una simulazione che ha visto impegnati decine di scienziati e ricercatori provenienti da tutto il mondo per capire come poter deviare un corpo celeste potenzialmente pericoloso.

Tra loro Richard Tremayne-Smith, co-presidente della Conferenza per la difesa del pianeta.

” Ci sono diverse tecniche per spostare un oggetto vicino alla Terra o un asteroide – ha spiegato, proprio dal laboratorio che sotto la guida dell’italiano Ettore Perozzi, monitora tutti i Neo (Near Earth Objects) ovvero i corpi celesti vicini al nostro pianeta – dipende dalla loro grandeza, dalla velocità o da quanto tempo prima vienga avvistato. Più grande è la sua orbita, più si allontana dal Sole e più può essere veloce e repentino il suo arrivo”.

I ricercatori hanno simulato uno scenario con un possibile impatto di un asteroide largo 400 metri tra 7 anni ma, nel 2020, Esa e Nasa faranno sul serio, provando a deviare la traiettoria di un piccolo sasso spaziale del diametro di 150 metri, in orbita intorno all’asteroide Dydimos, con una sonda che si schianterà sulla superficie a 22mila km all’ora. L’analisi del puliviscolo e del cratere creati dall’impatto, inoltre, consentirà di capire di più sulla consistenza e l’origine degli asteroidi.

“Bisogna fare in modo che tutti si sientano parte di un unica comunità – ha concluso Treymane-Smith – e che lavorino insieme per la difesa del pianeta”.