Confcooperative: all’Expo la vera anima della cooperazione

Ciambriello: da noi risposte concrete ai bisogni delle persone

APR 14, 2015 -

Milano (askanews) – Fare impresa in modo alternativo al modello delle società di capitale e dare risposte alla domanda di welfare he in Italia è sempre più alta, ma sempre più disattesa dalla macchina statale. E’ il senso delle proposte che Confcooperative porterà a Cascina Triulza durante i sei mesi di Expo.

Antonello Ciambriello responsabile dell’ufficio per le politiche dell’Internazionalizzazione e mercati di Confcooperative: “Il senso è quello di portare in una vetrina importante come Expo, e in casa nostra Cascina Triulza, il nostro modello di fare impresa. Portare le cooperative a far conoscere all’Italia e al mondo il movimento cooperativo italiano ma anche internazionale, perché negli eventi che organizzeremo coinvolgeremo anche organizzazioni internazionali, e quindi utilizzare questa importante vetrina per dire che in Italia c’è un movimento importante che è quello delle cooperative che risponde comunque a dei bisogni di persone territori e quindi a quello che piace definire economia sociale e economia reale”

Expo come grande vetrina, da utilizzare anche per riportare l’attenzione dell’opinione pubblica su quella che l’anima reale del movimento cooperativo. “Non dobbiamo creare niente di nuovo. Ma valorizzare quello che c’è. Già oggi la cooperazione crea occupazione e ricchezza per il Paese. Effettivamente poi questo messaggio non passa, passano più gli scandali che alcune mele marce, ahimé, in questi giorni stanno portando sui giornali l’immagine della cooperazione; e non passa invece il lavoro che migliaia di cooperative che ogni mattina aprono le loro saracinesce per portare servizi alle persone e rispondere a quel bisogno di welfare che oggi in Italia manca sempre di più”.

Expo, quindi, come opportunità per il mondo della cooperazione di verder rafforzata la propria immagine e il proprio ruolo, anche dopo la conclusione del semestre espositivo. “Sicuramente dopo il 31 ottobre faremo quello che già facciamo oggi: continueremo a dare risposte al territorio e alle persone. Sarà un momento – dopo che queste risposte verranno legittimate in questi sei mesi – avremo forse un peso in più nella causa oltre quanto stiamo già facendo”.