No prelievo pensioni “sarebbe iniquo”: la bocciatura della Cida

Presidente Bertolini: incontro con candidati governatori

APR 8, 2015 -

Roma, (askanews) – Un prelievo di solidarietà sulle pensioni sarebbe un intervento iniquo perchè non colpirebbe quelle d’oro e andrebbe invece a penalizzare la classe media e chi ha regolarmente pagato i contributi. Silvestre Bertolini, presidente di Cida, il sindacato che rappresenta circa un milione e mezzo di manager italiani, commenta così, in un’intervista ad askanews, le proposte del presidente dell’Inps Tito Boeri.

“Ci sono delle considerazioni da fare. In prima battuta riguardo alla competenza di queste proposte e di queste esternazioni del presidente Boeri, ritengo che non gli competano nel senso che è materia esclusivamente del ministero del lavoro quella di una riforma delle pensioni. Poi se entriamo nel merito credo che queste esternazioni del presidente Boeri non risolvono neanche il problema che lui realmente vorrebbe risolvere, quello di portare circa 4-4,5 miliardi nelle casse dell Inps. Perché se andiamo a vedere poi sotto l aspetto tecnico questa proposta, va a incidere essenzialmente sulle pensioni superiori a 2000 euro lorde, questo significa che sono pensioni di 1.300 euro al mese nette e non si sta parlando per nulla di pensioni d oro. Si sta parlando di pensioni minime, per una minima sussistenza delle famiglie italiane. Per cui chi si va a colpire è sempre la classe media, la classe che ha sempre pagato tutti i contributi delle pensioni che ha maturato nel corso della vita e a me sembra assolutamente iniquo come provvedimento. Io spero che il governo prenda una posizione, perché fino ad adesso non si è espresso e spero che prenda presto una posizione non favorevole a queste esternazioni del presidente Boeri.

Le forme di sostegno a chi è più in difficoltà, secondo la Cida, andrebbero trattate come tali e pertanto finanziate con la fiscalità generale

In effetti c è una forma binaria di contribuzione pensionistica. Una relativa a contribuenti che hanno pagato le contribuzioni Inps nell arco di una vita con le loro retribuzioni e si sono guadagnati e hanno creato la loro pensione pagandosela attraverso i contributi. Un altro sono le famose pensioni di solidarietà, cioè di gente che non ha pagato una lira di contributi e che correttamente uno stato democratico deve cercare di mantenere: possiamo chiamarlo reddito di cittadinanza, supporto solidale per la vita di persone indigenti. Ma tutte quelle pensioni che sono al di sotto dei 700 euro al mese sono pensioni per le quali non sono stati pagati dei contributi. Queste pensioni valgono circa l 80% dell ammontare pensioni erogate dall Inps. Per cui la proposta Cida è quella di separare completamente le due realtà. Ci sono pensioni che sono state pagate dai contribuenti lavoratori dipendenti e che si meritano la loro pensione, e ci sono pensioni invece che sono erogate in funzione di un reddito di cittadinanza minimo di sussistenza e queste dovrebbero rientrare nella fiscalità generale del Paese e non soltanto a carico di chi ha pagato e continua oggi a pagare le contribuzioni Inps.

Dubbi dei manager anche sui recenti interventi in tema di governance dell’Istituto di previdenza. Interventi che hanno visto l’uscita dall’organo di vigilanza di chi assicura quasi un terzo delle sue entrate contributive

Proprio noi come classe dirigente italiana siamo stati i più penalizzati all interno della governance dell Inps perché è di recente attuazione un provvedimento che ha visto la fuoriuscita della Cida dal comitato di vigilanza dell Inps. Noi dirigenti, che valiamo circa il 3% a livello numerico dei lavoratori italiani, contribuiamo per le casse dell Inps per quasi il 30% delle contribuzioni versate. Diciamo che siamo forse i maggiori azionisti. Quantunque questo noi siamo stati esclusi dal Comitato di di vigilanza. E questo è un atto gravissimo, secondo noi, l abbiamo anche portato sui tavoli ministeriali però purtroppo la situazione è rimasta inalterata.

Bertolini annuncia che in vista delle prossime elezioni regionali, il sindacato avvierà una serie di incontri con i candidati governatori per un confronto sui programmi.

“Partirà proprio domani il primo incontro sul territorio, lo faremo in Liguria, la Cida seguirà tutte le regioni che sono oggetto di elezione a maggio e sta organizzando sul territorio questi incontri con i candidati alla presidenza delle regioni che li metterà in confronto attraverso un convegno che abbiamo organizzato in ciascuna regione dove ascolteremo i programmi dei governatori e li metteremo a confronto con quelli che sono i nostri specifici suggerimenti a livello regionale fatti dai nostri presidenti territoriali delle nostre associazioni”.