Zanzibar, meraviglia africana tra storia, spezie e turismo

Spiagge, business, cultura: un arcipelago in continua evoluzione

APR 7, 2015 -

Zanzibar, (askanews) – “My name is Rasheed”. Questo bambino vive a Zanzibar in un villaggio di pescatori. Un bambino come se ne vedono a centinaia viaggiando nelle strade di questo arcipelago africano, che fa parte della Tanzania ma ha una storia tutta sua di continui cambiamenti. Da grande porto commerciale con gli arabi e i persiani a mercato degli schiavi più importante dell’oceano indiano. Da culla della cultura swahili a grande produttore mondiale di spezie. Fino all’ultima svolta, il turismo, con visitatori da tutto il mondo attratti dal richiamo esotico dell’ex sultanato.

Come spiega l’assistant manager del Veraclub Zanzibar Village, Maria Poletti: “Zanzibar è tante cose: è il cibo, la cucina sa di chiodi di garofano, di cardamomo, di cannella, questi sapori un po’ particolari. Come è particolare la gente, molto accogliente, molto solare e molto disponibile. Al di là di questo Zanzibar è storia, è stato il più grosso mercato di schiavi durante il periodo del sultanato e quindi è interessante vedere i luoghi in cui si trattava la vendita degli schiavi”.

Il turismo, con i primi villaggi vacanze, è cominciato a metà degli anni ’90. Gli italiani hanno fatto da apripista e in vent’anni l’economia rurale dell’arcipelago è cambiata profondamente, puntando sull’immagine di paradiso tropicale. Una trasformazione che il giornalista e scrittore Ali Saleh vorrebbe continuasse anche in altre forme. “Mi piacerebbe che Zanzibar cambiasse – afferma Saleh – il turismo è la spina dorsale dell’economia, ma Zanzibar non dovrebbe essere solo un paradiso turistico, serve una maggiore diversificazione. Potremmo diventare un po’ come Hong Kong, un po’ come Singapore e un po’ come Mauritius”.

Nonostante i progressi, la maggior parte della popolazione vive in povertà, occupandosi di pesca e agricoltura. Nei campi sono soprattutto le donne a svolgere i lavori più pesanti. E la condizione femminile, in questa società con oltre il 95% di musulmani, sta a cuore alla giovane e affermata stilista zanzibarina Doreen Mashika. “Sì è strano – dice Mashika – essere la prima stilista donna a Zanzibar, perchè la moda è sempre stata dominata dagli uomini, anche se negli ultimi anni sempre più donne stanno entrando in questo business. Per me però la cosa più importante è contribuire a migliorare la vita delle persone che lavorano con me. Dare alle donne del mio workshop la possibilità di vivere meglio è il successo professionale più importante”.

Nel futuro prossimo di Zanzibar il settore trainante sarà ancora il turismo internazionale. Nel 2014 il volume di turisti è più che raddoppiato e si stanno creando nuove opportunità per gli investitori locali e stranieri. Ne è convinto il general manager dei due Veraclub di Zanzibar, Andrea Bee. “Il turismo a Zanzibar continua a crescere anche perchè si aprono nuove fette di mercato. C’è il progetto del nuovo aeroporto che terminerà a dicembre 2016. Nuove strutture che vanno ad aprirsi nelle parti un po’ meno sfruttate e ancora meno conosciute dell’isola. Infrastrutture che stanno crescendo, stanno costruendo nuovi alberghi e soprattutto ci sono grossi investimenti anche da Paesi che prima non erano assolutamente interessati a Zanzibar”.

I turisti italiani sono sempre i più numerosi nell’arcipelago tanzaniano, dove l’italiano è una lingua parlata da molti. Ma dall’Italia della lunga crisi economica arrivano anche giovani con l’intenzione di stabilirsi a Zanzibar e ricominciare. “Sono Alice, vengo dalla provincia di Novara. Sono arrivata a Zanzibar dopo aver chiuso il mio centro benessere perché volevo cambiare la mia vita. Amo il villaggio, amo quest’isola e il mio scopo è rimanere qua a vivere tutta la vita”.