Squinzi attacca i sindacati: frenano tutto. Fiom guarda a passato

A Venezia la biennale della Piccola Industria di Confindustria

MAR 28, 2015 -

Venezia (askanews) – Dalla Biennale della Piccola Industria di Confindustria a Venezia il leader degli industriali, Giorgio Squinzi, attacca i sindacati, che “hanno una responsabilità per la situazione in cui versa il Paese e perché hanno frenato le riforme”. Giudizio critico, anche se più sfumato, è stato espresso dal ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, nel giorno in cui la Fiom-Cgil manifesta a Roma contro il Jobs Act e la riforma delle pensioni.

“Ritengo che questa manifestazione abbia più un carattere politico e che sia l’annuncio di un nuovo

soggetto politico che si sta costituendo – ha aggiunto Squinzi. Questo in tema di democrazia è positivo ma mi auguro solo che questo nuovo soggetto politico sia capace di guardare al futuro e non al passato, dove ritengo siano stati fatti già abbastanza danni”.

I sindacati, secondo il presidente Squinzi, hanno delle responsabilità per la situazione attuale.

“Hanno frenato tutto. Diciotto mesi fa era stato firmato un accordo per dare giusto peso a ogni componente sindacale. Erano tutti d’accordo, ma ci hanno fatto disperare per trovare un regolamento attuativo”.

Secondo Poletti la piazza della Fiom è legittima ma non condivisibile , il ministro ha quindi rivendicato i risultati del jobs act ribadendo la crescita di nuovi contratti a tempo indeterminato.

“Le opinioni sono tutte legittime – ha sottolineato Poletti facendo riferimento alla manifestazione della Fiom – L’opinione di Landini, quella della Fiom le conosciamo, non sono una novità. Io credo che queste opinioni siano da rispettare ma dal nostro punto di vista non sono condivisibili”.

Il ministro del Lavoro difende il Jobs Act e sottolinea che l’eventuale iniziativa referendaria da parte dei sindacati sarebbe un passo indietro.

“Il Governo ha fatto una legge – ha proseguito Poletti – nella convinzione che sia pienamente costituzionale e utile al paese. Detto questo, ci sono delle leggi e delle regole che definiscono le condizioni per lo svolgimento del referendum, se ci sono organizzazioni che fanno questa scelta, legittimamente la possono fare, io credo – ha concluso Poletti – che non sia questo ciò che serve al paese, oggi noi abbiamo bisogno di impegnarci fortemente a dare stabilità e sicurezza al contesto nel quale lavorano le imprese”.