8 marzo, Boldrini: il linguaggio di genere entri nella politica

Cominciare a dire "la ministra", "la presidente"

MAR 5, 2015 -

Roma, (askanews) – Bisogna cominciare a dire la ministra, la presidente, la Cancelliera. E’ anche dal linguaggio che parte la rivoluzione di genere e che si riconosce alla donna il ruolo che le spetta nella società. Ne è convinta la presidente della Camera, Laura Boldrini, che ha organizzato un convegno a Montecitorio intitolato “Non Siamo Così. Donne, parole e immagini”. Al centro dell’iniziativa appunto il linguaggio di genere e la rappresentazione del femminile. “Credo che se la funzione è svolta da una donna necessariamente diventa la ministra”.

“Il linguaggio è importante perchè deve riconoscere la donna nel suo percorso negli anni. Bisogna declinare al femminile questi incarichi. Non è vero che è cacofonico, anzi è corretto grammaticamente farlo”.

Accanto alla presidente Boldrini ci sono le vicepresidenti dei parlamenti francese e spagnolo. “E’ interessante vedere che abbiamo delle cose in comune, ma forse noi dovremmo accelerare un po’ il nostro percorso”.

I termini al femminile dovrebbero entrare a pieno titolo nel linguaggio amministrativo, e poi nell’uso corrente. Su questo il governo vara un gruppo di studio ad hoc, come spiega Giovanna Martelli, consigliera del governo per le Pari opportunità: “Questa è la sfida che abbiamo voluto cogliere creando un gruppo di studio sul linguaggio di genere che sarà coordinato dalla presidenza del Consiglio dei Ministri”.