Scuola, nessuna decretazione d’urgenza per la riforma Giannini

Il premier e il ministro illustrano le linee guida del piano

MAR 4, 2015 -

Roma (askanews) – “La grande scommessa è quella di investire sulla scuola come lo strumento di crescita del Paese. La crescita non la fanno i dati dell’Istat, la crescita la fa la scommessa sulla scuola”.

Punta sulla scuola, dunque, Matteo Renzi e la riforma del ministro Giannini approda in Parlamento e saranno deputati e senatori a trasformare il provvedimento in legge dello Stato, perché il governo ha preferito evitare la decretazione d’urgenza, inviando alle camere solo le linee guida per poter legiferare, come ha sottolineato lo stesso premier.

“Ci sono le condizioni – ha detto Renzi – per le quali il Parlamento, in un arco di tempo sufficiente ad esaminare tutte le questioni ma non biblico possa legiferare senza la necessaria richiesta di strumenti d’urgenza”.

Il primo ministro ha assicurato che in alcun modo slitteranno le assunzioni dei precari a partire dal primo settembre 2015, anche perché i soldi sono già in cassaforte.

“C’è un miliardino di euro che abbiamo messo da parte appositamente per questo che diventano 3 miliardi nel 2016”.

Soddisfatto del lavoro il ministro Stefania Giannini perché il tema dell’Istruzione viene riportato al centro dell’agenda politica del governo.

“Noi – ha spiegato – abbiamo l’obiettivo di dare attuazione reale e definitiva a un concetto, rimasto congelato per 15 anni nella scuola, quello dell’autonomia scolastica”.

Lo faremo, ha chiarito il ministro spiegando le linee guida della riforma, attraverso strumenti molto precisi: potenziando l’organico con nuove assunzioni, la copertura dei posti vacanti con personale di ruolo e non supplenti e il concorso che diventa l’unico strumento per iniziare a insegnare, nel rispetto della Costituzione.