Imprese italiane in prima linea per le grandi opere in Egitto

Missione sistema al Cairo a vigilia conferenza Sharm su sviluppo

FEB 26, 2015 -

Roma, (askanews) – In occasione della conferenza di Sharm el Sheikh, che si terrà dal 13 al 15 marzo, il governo egiziano lancerà un ambizioso piano quadriennale di sviluppo e di investimenti, che andrà a delineare le priorità dell’azione della presidenza di al-Sisi, con cui l’Egitto vuole riacquistare una posizione di riferimento politico, economico e culturale nella regione.

Per l’Italia, terzo partner commerciale dell Egitto, primo tra i paesi europei, si tratta di un’importante opportunità di business. Governo e imprese si sono mossi bene e per tempo, presentandosi alla missione di sistema al Cairo con la delegazione più massiccia mai vista in Egitto: oltre 170 persone in rappresentanza di un’ottantina di aziende, associazioni di categoria, banche e istituzioni.

La missione, promossa dai ministeri dello Sviluppo economico e degli Esteri e organizzata da Confindustria, agenzia Ice, Abi, Rete Imprese Italia, Alleanza delle cooperative e Unioncamere, con la partecipazione di Sace e Simest, è stata guidata dal viceministro Carlo Calenda. Insieme con una delegazione ristretta di imprenditori guidata da Licia Mattioli, presidente del gruppo internazionalizzazione di Confindustria, Calenda ha rinnovato i sentimenti di amicizia e vicinanza dell’Italia all’Egitto in un incontro con il presidente al-Sisi, soprattutto in un momento di forti tensioni nell’area causate dalle vicende libiche.

“Ho ribadito a nome del presidente del Consiglio che l’Italia è in primo piano perché la questione libica sia al top dell’agenda politico internazionale – dice il viceministro dello Sviluppo economico – l’Italia è assolutamente convinta, e su questo sta lavorando il ministro Gentiloni (Esteri, ndr), che l’Egitto sia il t-player chiave per risolvere la crisi libica insieme con l’Algeria. L’Egitto è fondamentale per la stabilizzazione della regione, una frontiera contro il terrorismo e l’estremismo”.

Con la cacciata dei Fratelli musulmani e l’avvento della presidenza al-Sisi, che sta gradualmente stabilizzando politicamente il Paese, anche l’economia dovrebbe ripartire, riaprendo la strada agli investimenti esteri, come spiega Licia Mattioli.

“Noi siamo i primi clienti e i terzi esportatori in questo mercato – afferma il presidente del gruppo internazionalizzazioen di Confindustria – c’è uno scambio commerciale molto significativo, per noi è un hub sull’Africa e i Paesi arabi. L’Egitto sta facendo cose interessanti con zone franche con grossi investimenti in partnership col Governo, ma non siamo entrati nel dettaglio. Se il buon giorno si vede dal mattino questo è un buon giorno”.

La missione di Governo e imprese al Cairo fa seguito a una serie di contatti politici ad altissimo livello che si sono susseguiti, a partire dalla visita lo scorso anno del premier Matteo Renzi, come spiega l’ambasciatore italiano Maurizio Massari.

“E’ stato il primo e unico leader europeo a venire in Egitto dopo il cambiamento del 30 giugno 2013. E’ la dimostrazione che l’Egitto per noi non è solo, come certamente lo è, un pilastro della stabilità regionale, ma anche un’opportunità economica e di investimento”. A supportare le iniziative delle imprese italiane in Egitto ci sono le banche con un plafond di oltre 1,2 miliardi per sostenere l’operatività commerciale e finanziaria nei settori ad alto potenziale del mercato, in particolare infrastrutture, energia e meccanica.