Milano studia il modello Barcellona per la lotta ai graffiti

Vapore e sabbia fine per la rimozione, poi patina protettiva

FEB 9, 2015 -

Milano (askanews) – Piazza XXIV maggio a Milano è ancora un cantiere, ma il vicino mercato coperto, appena consegnato, è già coperto di firme dei graffitari. Per questo il Comune sta studiando l’esperienza di Barcellona, che in dieci anni è riuscita a ridurre drasticamente questa forma di vandalismo. Merito di compressori come questo, capaci di spruzzare vapore a 170 gradi misto a sabbia molto fine. Un sistema che sembra funzionare anche sui muri di Milano, come ha toccato con mano l’assessore ai lavori pubblici Carmela Rozza: “Noi stiamo facendo un appalto di un milione e mezzo, per pulire la città pubblica. Spero di completare questo percorso con un elemento di favore sulla fiscalità locale per i privati perché puliscano i loro muri, ma è chiaro che ci vuole anche l’impegno di tutti, non solo a tenere pulito, ma a denunciare quando si vede qualcuno che sta scarabocchiando un muro”.

Pulire i muri, come sottolinea Lorenzo Salford, responsabile per l’Italia dell’impresa spagnola che ha inventato l’innovativo sistema, la Imes Api, non è però sufficiente: “Una volta che vengono rimossi i graffiti con questa tecnica bisogna applicare una pellicola antigraffiti nanotecnologica permanente. Da questo esempio si vede che nella parte protetta il graffito non prende”. A quel punto la rimozione sarà molto più semplice, ma comunque piuttosto onerosa visto che i costi dell’intero trattamento variano dai 15 ai 20 euro al metro quadrato.