Petrolio, crollo dei prezzi minaccia l’economia del Mare del Nord

Ad Aberdeen i lavoratori del settore tra timori e speranze

GEN 26, 2015 -

Aberdeen (askanews) – Aberdeen, la terza città della Scozia, grazie allo sfruttamento dei giacimenti del Mare del Nord è anche la capitale europea del petrolio. Per questo il drammatico crollo dei prezzi del greggio che pare inarrestabile negli ultimi sei mesi minaccia di mettere in pericolo il tessuto sociale ed economico di una città cresciuta quasi esclusivamente all’ombra dell’oro nero.

Il mercato petrolifero produce circa 40 miliardi di euro nelle regione ma il crollo dei prezzi ha provocato la reazione delle maggiori compagnie del settore. BP, Shell e Chevron hanno annunciato centinaia di licenziamenti nelle attività collegate all’estrazione nel Mare del Nord, come ricorda Jake Molley, responsabile di un sindacato di settore.

“Per le migliaia di lavoratori minacciati di licenziamento si tratta di una crisi drammatica. Una crisi che impatta sulle loro vite quando dei lavoratori assunti a tempo indeterminato e con un buon contratto vedono improvvisamente cambiare tutta la loro situazione occupazionale con turnazioni più lunghe, lavori più impegnativi, meno benefit. E ciononostante molti di loro si troveranno comunque disoccupati”.

Ma la speranza è l’ultima a morire. L’industria petrolifera, che garantisce salari mediamente due volte e mezza quelli medi di tutta la Gran Bretagna, ha fatto la prosperità di Aberdeen e oggi gli abitanti della città, che nel settembre 2014 hanno votato contro l’indipendenza della Scozia, cercano di rassicurarsi, sperando che i prezzi del greggio possano presto risalire.

“In fondo, è già capitato e sta capitando di nuovo, spiega un operaio impiegato su una piattaforma, dobbiamo solo aspettare che passi e sperare che tutto si risolva. Ci saranno dei licenziamenti ma questo succede nelle attività economiche”.

I politici locali hanno chiesto un taglio delle tasse nel settore per ridurre i costi di produzione nel Mare del Nord. Ma non sarà facile. Nel 2013 e nel 2014 gli introiti prodotti dalle tasse sono già calati del 25%, con una perdita di 4,7 miliardi di dollari a causa del taglio della produzione locale.

(Immagini Afp)