Pet therapy a Bollate: cani dietro le sbarre aiutano i detenuti

Il laboratorio sperimentale nel penitenziario milanese

DIC 29, 2014 -

Milano, (askanews) – I cani giocano e si divertono in un cortile, ma non si tratta di una passeggiata qualsiasi, perchè avviene dietro le sbarre del cortile del carcere di Bollate. Ogni settimana Onda, Titti, Carmela e Tatò entrano nel penitenziario alle porte di Milano, per il progetto “Cani dentro”. Si tratta del primo laboratorio di Pet Therapy dentro le mura di una prigione e prevede che i cani vengano addestrati dai detenuti tramite esercizi di discriminazione olfattiva, ricerca e pista.

Il contatto con il cane permette a chi è dietro le sbarre di riprendere il filo di un’affettività forzatamente interrotta come spiega la fondatrice della Onlus “Cani dentro” Valeria Gallinoti.

“E’ il luogo dove in assoluto c’è la totale privazione dell’affettività dove il cane al di là della terapia vera e propria, può portare serenità, armonia, buon umore, affettività, fisicità”.

Il progetto è stato portato sia nella sezione femminile che in quella maschile, tra i detenuti che hanno aderito c’è Nicola.

“Al momento credo che il mio cane preferito sia Carmela, perchè è arrivata che non sapeva fare niente ed era spaventatissima, quasi come succede a noi quando si entra in carcere. E anche lei piano piano si sta abituando a questa esperienza come noi”.