Garante europeo Privacy: riforma tutelerà i diritti fondamentali

Buttarelli: motori ricerca coniughino sicurezza e privacy

DIC 5, 2014 -

Roma, (askanews) – La riforma europea della privacy dovrà tutelare i diritti fondamentali e pur considerando i vantaggi economici che possono derivare dall’uso aggregato dei dati, dovrà spingere le grandi aziende ad una maggiore sostenibilità etica. Lo ha detto in una intervista ad askanews Giovanni Buttarelli, ex segretario generale del Garante della Privacy, da poco nominato garante della privacy europeo. “Siamo alla vigilia di una riforma significativa della privacy, che avrà effetti più importanti della rivoluzione industriale degli ultimi tempi. Non voglio imporre una visione unilaterale della protezione dati in chiave di tutela dei diritti fondamentali, sono disposto a considerare anche gli aspetti del benessere economico che possono derivare dall’uso aggregato delle informazioni. Ma i grandi player del mondo, a cui si applicheranno le nuove regole europee, devono capire meglio che c’è da affrontare un discorso di sostenibilità etica e maggiore trasparenza. La linea è più accountability e più correttezza”.

Sul tema del diritto all’oblio, Buttarelli spiega: “Abbiamo approvato un importante documento che aggiorna la situazione dopo alcuni mesi successivi alla sentenza europea nel caso spagnolo. La pronuncia e la linea di indirizzo deve valere per tutti i motori di ricerca, non solo i più grandi. Il diritto all’oblio non è un diritto assoluto, c’è spazio per altri valori”.

Ciò significa che se c’è una informazione che ci riguarda e vogliamo chiedere la cancellazione da un motore di ricerca è possibile? “I motori di ricerca hanno già dovuto mettere un nuovo dispositivo per poterli contattare direttamente. Ma non è detto che una semplice richiesta comporti la cancellazione”.

In tema di sicurezza pubblica, Buttarelli ha aggiunto: “C’è un tema di ragionevolezza, necessità e proporzionalità. L’autorità italiana ha dimostrato che è possibile conciliare i diversi valori in gioco, compresa la sicurezza”. “Credo sia una scommessa: le autorità della privacy devono fare molto, ma anche il mondo dell’informazione deve svolgere un suo ruolo per far capire meglio le conseguenze”.