AIG salvata dalla Casa Bianca e ora chiede 40 miliardi al governo

Sabatini: in crisi 2008 banche italiane hanno dimostrato solidità

OTT 20, 2014 -

Roma, (askanews) – Troppo grande per fallire. AIG, la più grande compagnia assicurativa al mondo, rischiava di saltare in aria insieme alla Lehman Brothers nei giorni convulsi del settembre 2008. E per scongiurare un crack di dimensioni planetarie il governo americano staccò un assegno da 182 miliardi di dollari. AIG non ha fatto la fine di Lehman ma il salvataggio più costoso della storia è tornato con prepotenza alla ribalta delle cronache. Perché l ex numero uno di AIG, Maurice Greenberg, ha citato per danni l amministrazione americana e reclama 40 miliardi di dollari di risarcimento.

Il processo è iniziato e sono scesi in campo tutti i principi del foro, attirati da parcelle milionarie. Il libro della crisi finanziaria esplosa con i mutui subprime si arricchisce di un nuovo capitolo. L epilogo non è scontato. La tesi di Greenberg è molto semplice. Il governo americano non ha salvato AIG con il prestito da 182 miliardi di dollari, bensì ha assicurato decine di miliardi di dollari alle principali banche di Wall Street che erano creditori della compagnia di Greenberg.

Questa verità però rischia di vacillare. Per il New York Times il processo che contrappone Greenberg alla Casa Bianca farà emergere finalmente la verità sul salvataggio di AIG. In quei giorni carichi di tensione e paure di sei anni fa si sono intrecciati antipatie e vendette personali. Andrew Sorkin, autore del best sellers Too Big to fail ne ha raccontate alcune. Dick Fuld di Lehman Brothers e Hank Paulson, ministro del tesoro, ed ex numero uno di Goldman Sachs si odiavano a tal punto da non voler mai trovarsi nella stessa stanza.

Dopo sei anni però qual è il giudizio sui salvataggi bancari? Lo abbiamo chiesto a Giovanni Sabatini, direttore generale dell Abi e tra i maggiori esperti di regole sui mercati finanziari.

“Le banche italiane hanno dimostrato di essere solide durante la crisi finanziaria del 2008 dimostrando anche l efficienza dell autorità di vigilanza, cioè la Banca d Italia. I salvataggi realizzati con i soldi dei contribuenti attraverso i Tremonti e i Monti Bond, peraltro a tassi di interesse altissimi, sono ammontati ad appena lo 0,4% del Pil, un intervento veramente modesto se raffrontato a quanto è accaduto in Germania, Gran Bretagna e Stati Uniti, per non parlare dell Irlanda. E durante la crisi le banche italiane hanno continuato ad erogare credito alle famiglie e alle imprese.”

“Le nuove regole – prosegue Sabatini – hanno rafforzato il quadro di riferimento e un passo di grande importanza in Europa sarà la vigilanza bancaria unica, attraverso la Banca centrale Europea. Poi ogni crisi è diversa dall’altra”.