Worldwatch Institute: entro 2050 +60% domanda prodotti agricoli

Spreco risorse e cibo a XI Forum internazionale di Greenaccord

OTT 9, 2014 -

Napoli, (askanews) – Cementificazione galoppante, diffusione dei biocarburanti e crescita della popolazione mondiale rischiano di mettere in crisi l’ecosistema terrestre. È l’analisi di Gary Gardner, direttore di ricerca del Worldwatch Institute di Washington, tra i relatori dell’XI Forum Internazionale dell’Informazione per la Salvaguardia della Natura, organizzato a Napoli dall’associazione di giornalismo ambientale Greenaccord Onlus.

Serve un cambio di approccio economico, industriale, culturale, a partire dalla riduzione degli sprechi di cibo: ogni cittadino in Nord America ne butta via 56 chili ogni anno. In due anni la sola California ha perso un’area grande come 15 San Francisco a causa della cementificazione. Eppure, è previsto che, da qui al 2050, la domanda globale di prodotti agricoli crescerà del 60%. Una contraddizione che rischia di mandare in tilt la vita di intere popolazioni e di minare interi ecosistemi.

“Viviamo in un mondo in cui la richiesta di prodotti alimentari aumenterà del 60 per cento nel 2050, ma nello stesso tempo stiamo sprecando terra, acqua, abusiamo dell’atmosfera. Dobbiamo fare molta più attenzione per salvaguardare queste risorse se vogliamo garantire il cibo alle generazioni future” dice Gardner.

Il consumo di suolo è tra le emergenze quella più paradossale. Gardner mette in evidenza che il 25 per cento dei terreni agricoli è degradato, eroso o infiltrato e questo si riflette molto sul terreno agricolo. E al degrado, secondo Gardner, si aggiungono altre criticità come la scelta di puntare sui biocarburanti. “I biocarburanti utilizzano molti cereali e enormi aree di territorio. In Usa il 40 per cento dei cereali prodotti sono utilizzati per la produzione dei biocarburanti, e la percentuale sale al 50% per le barbabietole da zucchero coltivate in Brasile e all’80% per il girasole prodotto in Europa e questo è un problema enorme. Utilizziamo tante risorse, tanto territorio per un qualcosa il cui vantaggio non è ancora certo”.

La soluzione ovviamente non è facile, ma va comunque ricercata e perseguite se non si vuole arrivare a una condizione insostenibile entro metà secolo. “Dobbiamo essere molto più attenti al modo in cui utilizziamo le risorse – conclude Gardner – per esempio l’acqua in agricoltura dovrebbe essere usata in modo migliore evitando ristagni e degradazione del suolo. Dobbiamo essere molto attenti in termini di spreco. Sprechiamo molto cibo circa 1,3 miliardi di tonnellate all’anno. e quindi ci sono molte opportunità per recuperare questi sprechi e migliorare la sostenibilità”.