Un anno dopo la strage di migranti i lampedusani non dimenticano

La polemica dei soccorritori: nessuno cui ha menzionato

OTT 3, 2014 -

Lampedusa, (askanews) – Lampedusa ricorda le vittime della strage di migranti del 3 ottobre 2013, in cui morirono 363 persone. Il sindaco Giusy Nicolini: “Sono stati giorni di grande dolore, di grande fatica che chiaramente non si cancelleranno mai dalla nostra memoria”. Alle celebrazioni non sono però presenti i soccorritori che in quella notte salvarono 47 vite, come spiega polemicamente uno di loro, Vito Fiorino: “Io e i miei sette amici, compagni di equipaggio che lei non ha neanche menzionato nell’invito, non avevamo intenzione di scendere in questo burattino perché secondo me tutto quello che hanno messo in piedi è un teatro”. Al santuario della Madonna di Porto Salvo il prete eritreo Don Mussie Zerai ha fatto una preghiera multireligiosa: “Preghiamo anche per loro perché abbiano la vita salva, perché anche le persone che sono chiamate alla responsabilità abbiano la coscienza di sentire le grida d’aiuto di queste persone.

I lampedusani, nonostante l’operazione Mare Nostrum abbia svuotato l’isola, non smetteranno mai di ricordare i migranti con cui per oltre vent’anni hanno vissuto insieme nell’isola: “Venivano sempre la sera e mi chiedavano: Mamma mi dai il pane caldo? E io facevo trovare per loro cinque, sei filoni di pane caldo, con un po’ d’olio, tonno e pomodoro. E mi dicevano buonanotte Mamma o buonanotte Nonna”