Roma, (askanews) – Era il 3 ottobre 2013, è passato un anno dalla strage di Lampedusa quando in mare morirono 363 persone. E la tragedia è senza fine.
Secondo il governo da giugno fino ad oggi l’Italia ha fornito assistenza sanitaria ad oltre 80mila migranti. Ma i salvataggi in mare condotti dall’operazione mare Nostrum non bastano perché, a parte i casi eclatanti come quello della tragedia di un anno fa, il numero dei morti nei canali di Sicilia è aumentato. Sarebbero oltre tremila in tutto i migranti dispersi in mare nell’ultimo anno.
E’ essenziale osserva da Catania il presidente del Senato Pietro Grasso, cercare di assicurare la pace nel bacino del Mediterraneo: “Abbiamo salvato tante vite umane e continueremo su questa strada con l’operazione Mare Nostrum. Cerchiamo anche l’appoggio dell’Europa e di organismi come la Nato per garantire anche la sicurezza”.
Polemiche a livello europeo, discussioni senza fine mentre i naufragi continuano quasi nell’indifferenza generale, tanto ci siamo abituati a sentirne parlare. Morti, vivi, storie, quelle dei migranti che rischiano la vita dall’Iraq, alla Siria alla Palestina ai paesi africani, quelle della gente di Lampedusa e della Sicilia che si impegna per dare loro soccorso.