De Lucchi e gli attributi dell’architetto: cerchiamo la felicità

Un dizionario ironico in 1200 voci per smontare gli aggettivi

SET 16, 2014 -

Mantova (askanews) – Un libro e una mostra per raccontare, con ironia, la propria professione. Michele De Lucchi, una delle figure di spicco dell’architettura e del design contemporaneo ha composto un curioso dizionario in “oltre 12000 voci” sul tema de “Gli attributi dell’architetto”. Una scelta che parte dal fastidiodi De Lucchi per l’eccesso di aggettivi nel linguaggio dell’architettura di oggi.”La lotta contro gli aggettivi – ci ha detto – mi ha portato anche a capire che bisognava distinguere quelli utili da quelli inutili, quelli giusti da quelli sbagliati. E soprattutto a indagare su quanti significati diversi può avere lo stesso aggettivo”.La mostra, allestita nella galleria mantovana Corraini, che è anche l’editore del libro, presenta i ritratti di molti maestri dell’architettura, che ritornano sotto forma di attributi anche nel dizionario, a ricordare che non sempre è possibile – né utile – voler ripartire ogni volta da zero.”Il bello dell’architettura – ha aggiunto De Lucchi – è proprio che è una disciplina che si è evoluta nel tempo e si evolve a partire da quello che è stato fatto da tutti i nostri predecessori”.Con un obiettivo preciso, che De Lucchi ha sempre perseguito, la ricerca della felicità. “Il primo studio – ha concluso l’architetto – si chiamava Architettura e altri piaceri ed era fatto solamente per raggiungere questo obiettivo della felicità, che è sempre il più bello e il più irraggiungibile e inevitabile per ciascuno”.