Rai, Rognoni: “Lo sciopero? Un boomerang per chi lo ha indetto”

L'ex consigliere d'amministrazione: "Il governo non si ferma"

GIU 5, 2014 -

Roma (askanews) – Lo sciopero dei dipendenti e giornalisti Rai contro i tagli da 150 milioni previsti dal decreto Irpef, indetto per l’11 giugno, sarà un “boomerang” per chi lo ha proclamato. Ne è convinto Carlo Rognoni, giornalista, ex consigliere di amministrazione Rai ed ex presidente del Forum del Partito Democratico per la riforma del servizio radiotelevisivo. “Un boomerang perché il governo non si ferma”, spiega in una intervista a TMNews.”Il principio sulla base del quale si è mosso il governo Renzi è quello della spending review”, dice Rognoni. “Tutte le aziende devono fare la loro parte e la Rai non è diversa dalle altre, e deve quindi contribuire con una parte che equivale a circa il 6% del fatturato complessivo ed è una tantum”.Tanto più, prosegue Rognoni, che questo passaggio rappresenta l’occasione per riformare e rilanciare il servizio pubblico. “L’unico errore che il governo ha fatto – osserva – è quello di chiedere i soldi e non contemporaneamente dire che questa richiesta corrisponde a una volontà precisa, che è quella di fare una grande riforma del sistema pubblico”.E’ un’opportunità storica, dunque, che potrà essere sfruttata solo se i partiti saranno disponibili a uscire dalla Rai: “I partiti – afferma Rognoni – devono avere la responsabilità di dire che cosa si vuole da un servizio pubblico, e devono assolutamente togliersi dalla testa l’idea di cambiare i direttori, cambiare i giornalisti, scegliere i dirigenti”.