Tangentopoli Mose a Venezia, arrestate 35 persone

Ai domiciliari sindaco Orsoni, richiesta di arresto per Galan

GIU 4, 2014 -

Venezia, (askanews) – Uno tsunami in Laguna. Venezia è stata letteralmente travolta da un nuovo scandalo tangenti legate alla realizzazione del Mose, il sistema di dighe mobili a salvaguardia della città. Coinvolti imprenditori, manager, amministratori e soprattutto politici di primo piano: tra i 35 arrestati il sindaco Giorgio Orsoni, posto ai domiciliari e l assessore regionale Renato Chisso. Richiesta di arresto anche per Giarcarlo Galan, ex governatore del Veneto e ora deputato che avrebbe ricevuto milioni di euro in fondi neri. Le ipotesi di reato a vario titolo sono corruzione, concussione, riciclaggio.I fondi neri del Mose sarebbero stati utilizzati per campagne elettorali e, in parte, anche per uso personale da parte di alcuni esponenti politici come spiega il procuratore aggiunto di Venezia, Carlo Nordio.”Diciamo che sono coinvolti partiti di varia estrazione, da una parte e anche dall’altra”.Come per tangentopoli, il sistema era quello delle triangolazioni di denaro attraverso false fatture maggiorate per un totale accertato di 25 milioni di euro.”Avendo trattato tangentopoli 20 anni fa posso dire che gran parte della corruzione scoperta oggi è simile e molti dei protagonisti sono gli stessi. Ma questo è un sistema molto più sofisticato e più difficile da scoprire”.L’inchiesta della Procura di Venezia a febbraio aveva già portato all’arresto di Giorgio Baita, ex amministratore delegato della Mantovani, una delle imprese impegnate nei lavori per la costruzione delle barriere del Mose, e ora si è estesa a macchia d’olio.