Manifesto Confindustria,10 priorità per l’Europa della crescita

Il presidente Squinzi: Andare oltre l'austerità

APR 2, 2014 -

Roma, 2 apr. (askanews) – Dieci priorità “per un’Europa della crescita”. Contro il “diffuso euroscetticismo” che rischia di prendere il sopravvento, l’Unione europea deve cambiare passo e intraprendere “con decisione il cammino della ripresa” e favorire l’occupazione. Il 2014 sarà l’anno “decisivo”. E’ il messaggio contenuto nel manifesto presentato da Confindustria che, in vista delle elezioni europee, ha messo nero su bianco le dieci priorità che l’Europa deve affrontare.Il presidente Giorgio Squinzi, dice “no” ad un’Europa di solo rigore. Occorre che l’Unione europea punti anche sulla crescita.Per questo Squinzi è favorevole a concedere margini di flessibilità ai paesi che mettono in campo un robusto programma di riforme strutturali. E “se il governo continuerà ad impegnarsi in questa direzione noi daremo tutto il nostro appoggio”. E avvisa: “L’uscita dall’euro provocherebbe un arretramento di 30-40 anni nei livelli di vita”.Il decalogo degli industriali prevede innanzitutto diandare “oltre il dogma dell’austerità” con “politiche economiche e fiscali per la crescita”. Bisogna – secondo punto del manifesto – “partire dall’industria per rilanciare l’Unione europea”. Politiche energetiche, climatiche e ambientali “realistiche, coerenti ed efficaci”, è la terza priorità. Quarto punto, “la Ricerca e l’Innovazione”. Bisogna, poi, “pensare in piccolo per fare in grande”: per promuovere la competitivita delle pmi. Sesta priorità è “riportare il manifatturiero al centro della programmazione dei Fondi strutturali”. Settimo punto il rafforzamento del mercato unico “per competere a livello globale”. L’ottava priorità è “investire nelle reti per collegare merci, dati e consumatori e dare rapida attuazione all’agenda digitale”. Occorre – è il nono punto – una “politica commerciale a sostegno del tessuto industriale europeo”. Infine l’Europa deve giocare un “ruolo decisivo nello sviluppo di un modello sociale moderno”.