Beni culturali, Col. Colasanti: meno furti, cresce contraffazione

Nostro modello contrasto all'avanguardia, molti Paesi ci copiano

FEB 20, 2014 -

Roma (Tmnews) – “Il furto dei beni culturali si conferma essere parte del core business delle organizzazioni criminali” anche se, sul piano generale, “la tendenza, anno dopo anno, segnala una dimunizione dei furti di opere d’arte, anche per una minore richiesta proveniente dal mercato illegale”. E’ il quadro delineato in una intervista a TMNews dal tenente colonnello Roberto Colasanti, capo ufficio Comando carabinieri Tutela Patrimonio culturale. Più nel dettaglio, ha sottolineato Colasanti, si registra una calo negli scavi clandestini e illegali e questo come conseguenza sia delle operazioni di contrasto che per l’effetto deterrente prodotto negli ultimi anni dalla restituzione da parte di musei, in particolare americani, di opere trafugate in Italia. Le attività illegali, ha sottolineato Colasanti, vedono invece un aumento della contraffazione di opere d’arte contemporanee di autori italiani.Quanto vale il mercato illegale delle opere d’arte? “E’ dificile dare una risposta certa. Qualcuno – ha spiegato Colasanti – ha stimato che viene dietro il traffico di armi e di droga. Sicuramente, è un mercato che vale molti milioni di euro”.Dopo lo scempio della Biblioteca Girolamini, una delle più antiche d’Italia, dove sono stati sottratti migliaia di preziosi volumi antichi “c’e molta attenzione sul settore delle biblioteche e degli archivi”, ha aggiunto Colasanti. L’attività dei carabinieri Tutela patrimonio culturale si muove su tre direttrici: nella prevenzione, con attività di controlli, nella repressione dei reati contro il patrimonio culturale e nll’attività di recupero dei beni culturali rubati, che impegna gli esperti dell’Arma in attività complesse anche all’estero dove molto spesso finiscono le opere rubate in musei e in istituzioni culturali, pubbliche e private.Le norme previste dal nostro codice penale sono adeguate a fronteggiare fenomeni illeciti sempre più complessi e con connotazioni transnazionali? “Si cerca sempre di affinare gli strumenti – ha risposto Colasanti -. La nostra legislazione è comunque all’avanguardia in questo settore. Molti Paesi si confrontano con noi, cercano di replicare il nostro modello e e ci chiedono di formare le loro polizie”.