Scandalo adozioni forzate in Irlanda, la vera Philomena dal Papa

Ha ispirato film candidato all'oscar, mercoledì a piazza S.Pietro

FEB 6, 2014 -

Roma, (askanews) – Nel 1952 rimase incinta senza essere sposata. Uno scandalo, nella cattolicissima irlanda. E così Philomena Lee, appena adolescente, fu mandata in un convento di suore dove rimase tre anni. Per quel periodo cambiò nome, partorì, e suo figlio le venne sottratto e mandato in una famiglia negli Stati Uniti. Cinquanta anni dopo la donna è andata a cercarlo oltreatlantico, scoprendo che era morto pochi anni prima di aids.La sua vicenda è raccontata dal film Philomena, del regista Stephen Frears, candidato a quattro Oscar. E lei, mercoledì scorso, è andata a salutare Papa Francesco a margine dell’udienza generale in piazza San Pietro. Pochi secondi, solo una stretta di mano e qualche parola. Abbastanza per sentirsi “liberata” dopo una vita di sensi di colpa. Ormai il rancore è alle spalle, ha raccontato in una conferenza stampa a Roma, ma l’incontro con Bergoglio le ha dato coraggio. Come lei, sarebbero oltre 60mila le ex ragazze madri irlandesi che hanno subito un simile trattamento. Molte di loro, uscite dai conventi, per vergogna non hanno detto nulla. Tante hanno lasciato l’Irlanda. Ora l’associazione fondata da Philomena e dalla sua secondogenita, Jane Libberton, “The Philomena Project”, chiede al governo irlandesi di aprire gli archivi su questa inquietante vicenda di adozioni forzose.