Trattativa Stato-mafia, Padellaro depone come teste al processo

Direttore Fatto quotidiano: Mannino dopo Capaci temeva per vita

GEN 9, 2014 -

Milano, (askanews) – Il processo sulla “trattativa” tra lo Stato e la mafia questa volta ha visto deporre al carcere Ucciardone di Palermo due giornalisti in qualità di teste. Davanti alla Corte d Assise, presieduta dal giudice Alfredo Montalto, infatti, hanno sfilato il direttore del Fatto Quotidiano, Antonio Padellaro e la giornalista Sandra Amurri.Nella sua deposizione, il direttore del Fatto Quotidiano ha raccontato dell incontro avuto l 8 luglio del 1992 con l ex ministro Calogero Mannino, imputato insieme ad altre nove persone tra mafiosi, politici ed ufficiali dell’Arma. Un incontro durante il quale Mannino confessò al giornalista i propri timori per un possibile attentato di Cosa nostra nei suoi confronti. “Mi apparve spaventato, agitato – ha detto Padellaro -. Era preoccupato per la vita dei suoi uomini di scorta. Mi disse che evitava di andare in Sicilia, perché temeva che Cosa nostra potesse essere a conoscenza, tramite personaggi infiltrati, della sua eventuale presenza sull isola”.L intervento di Amurri invece è stato concentrato su un episodio accaduto nel 2012, quando la cronista ascoltò casualmente in un bar di Roma una conversazione, tra l’onorevole Calogero Mannino e il senatore Giuseppe Gargani, in cui l ex ministro confidava apertamente la propria preoccupazione riguardo all’evoluzione delle indagini dei magistrati di Palermo sulla trattativa Stato-mafia.