Quintali di pescato nei Navigli di Milano, ma solo per salvarlo

Pesci ributtati nell'Adda o Ticino mentre i canali sono a secco

OTT 10, 2013 -

Milano (askanews) – Nonostante i luoghi comuni che considerano i Navigli di Milano come un ricettacolo di topi e scarichi industriali, le acque dei canali sono pulite, sempre più pulite, e popolate da quintali di pesci, perfino gamberi. Lo dicono i biologi e lo conferma la pesca che il consorzio Villoresi, gestore dei flussi idrici e addetto alla manutenzione delle sponde, ha fatto in occasione della consueta secca autunnale: 529 quintali nella sola Martesana e 15 chili nel giro di pochi minuti alla Darsena. Un bottino di barbi, pesci gatto e persici che vengono tenuti in vita e ributtati nell’Adda o nel Ticino mentre nei Navigli viene tolta l’acqua per pulire il fondo e sistemare le sponde. Ma a garantire la qualità dell’acqua è anche Luciano Malabrocca, uno dei pochissimi pescatori di professione del Milanese: “E’ cambiata molto, prima era molto più inquinata, non si trovava il pesce che abbiamo trovato adesso. Lo garantisco io che sono in queste acque dal 1992. Ho recuperato un coregone, che sarebbe un lavarello, e un agone. Vengono dal lago di Como e li ho recuperati a Milano città, verso Cascina Gobba”. Una volta tolta l’acqua e recuperato il pesce, spiega il presidente del Consorzio Villoresi, Alessandro Folli, partirà la manutenzione dei canali: “Inizieremo un lavoro che proseguirà l’anno prossimo e nei primi mesi del 2015 per la sistemazione in previsione dell’Expo”. Un intervento in realtà del tutto parziale visto che per restaurare tutte le sponde servirebbero 400 milioni di euro che neanche l’esposizione universale ha fatto trovare nelle casse sempre più vuote degli enti locali.