Il narcotrafficante Roberto Pannunzi torna in Italia sorridente

Arrestato in un bar di Bogotà, è atterrato a Fiumicino scortato

LUG 7, 2013 -

Roma, (askanews) – E’ tornato in Italia passando per l’aeroporto di Fiumicino il boss del narcotraffico Roberto Pannunzi, considerato il Pablo Escobar italiano, il numero uno dei narcotrafficanti d’Europa, che importava sino a due tonnellate di cocaina al mese. Arrestato a Bogotà, è atterrato all’aeroporto Leonardo da Vinci, scortato dalle forze dell’ordine: destinazione finale il carcere di Rebibbia.Quando la polizia colombiana ha individuato e arrestato Pannunzi, romano di 65 anni, l’uomo più ricercato del Paese, era seduto a un tavolino di un centro commerciale di Bogotà con altre due persone e beveva un caffè: aveva un documento falso venezuelano. Sulle sue tracce c’erano gli uomini della Direzione antisequestro e antiestorsione della polizia colombiana e la statunitense Drug Enforcement Administration. La Direzione centrale per i Servizi antidroga, il Gico della Guardia di Finanza di Catanzaro e il Ros dei Carabinieri da circa due anni indagavano su di lui, coordinati dal procuratore aggiunto della Procura-Direzione distrettuale antimafia di Reggio Calabria Nicola Gratteri.Ricercato dal 2010, quando era evaso da una clinica romana, Roberto Pannunzi era il protagonista del narcotraffico internazionale, massimo referente dei cartelli sudamericani per la vendita di cocaina e eroina destinata alle famiglie di ‘ndrangheta. Negli anni ’80 ha curato il narcotraffico anche per Cosa Nostra statunitense. Insieme al figlio Alessandro ha lavorato anche con la mafia turca e il clan dei marsigliesi.