Bologna, referendum su scuole paritarie fa discutere insegnati

Si vota su destinazione fondi. Tagli problema comune

MAG 24, 2013 -

Bologna (askanews) – 27 scuole che accolgono oltre 1.700 bambini e dove lavorano 200 persone, 130 docenti, a cui il Comune destina un milione: sono le scuole dell’infanzia paritarie convenzionate di Bologna. Il ruolo di questi istituti è disciplinato da una legge regionale del 1995, che ha dato il via al sistema delle convenzioni. Queste scuole sono protagoniste di un referendum consultivo che fa discutere: ai bolognesi si chiede di votare A se vogliono destinare le risorse alle scuole del comunali e statali e B per le scuole paritarie a gestione privata. Il voto di domenica 26 maggio “divide” anche gli insegnanti. Rita Vandelli lavora alla scuola materna “Sacro Cuore” di Bologna: se si tolgono i fondi, dice, molte scuole paritarie rischiano di chiudere.”Nel referendum pare ci sia molta contrapposizione tra le nostre scuole chiamate private e il pubblico: noi siamo scuole convenzionate paritarie riconosciute dallo stato e per legge forniamo un servizio pubblico.Morena Pavignani insegna alla scuola statale dell’infanzia “Manzolini” del 3 circolo di Bologna e lavora da più di 30 anni nella scuola pubblica: non è contraria al sistema integrato, che in Emilia-romagna funziona, il problema sono i tagli. “Bisognerebbe lavorare in sinergia, condividendo e scambiandosi esperienze, non facendoci la guerra per un milione: le scuole delle città sono di tutti ma quella pubblica deve avere la priorià”.