Mafia, sequestro da oltre 25 milioni a un imprenditore di Palermo

Salvatore Vetrano avrebbe creato un impero favorendo Cosa Nostra

MAG 22, 2013 -

Palermo (askanews) – Ammonta a oltre 25 milioni di euro il valore del patrimonio sequestrato dalla Dia all’imprenditore palermitano del settore dei surgelati Salvatore Vetrano, accusato di collusione con Cosa Nostra. Secondo gli inquirenti, Vetrano, grazie alla sua attività, avrebbe svolto negli anni il ruolo di collettore di interessi mafiosi. Non solo, sia lui che il padre erano già finiti nei guai con la legge diverse volte, soprattutto per aver occultato, nelle celle frigorifere di una delle loro aziende, carichi di pesce surgelato frutto di rapine ai danni di alcuni autotrasportatori. Gli investigatori avevano anche accertato legami fra le loro attività commerciali ed elementi di spicco della mafia come il figlio di Totò Riina, Giuseppe e Gianfranco Puccio.Nel giugno del 2012, inoltre, Vetrano era stato arrestato con l’accusa di tentato omicidio nei confronti dell’imprenditore Giuseppe Toia.Secondo quanto ricostruito, Vetrano, 42 anni, avrebbe costruito il proprio impero immobiliare ed economico attraverso una galassia di aziende operante nel settore del commercio di prodotti surgelati, gestite anche da familiari e finanziate con i contributi del Fondo Europeo per la pesca in Sicilia evadendo, tuttavia, le tasse sugli ingenti ricavi frutto della sua attività commericale.Tra i beni sequestrati ci sono 7 aziende, tra cuila “Veragel srl” di Carini, 2 veicoli di grossa cilindrata, 2 imbarcazioni da diporto di oltre 20 metri, 20 immobili, rapporti bancari ed assicurativi e il Ristorante “L’Orca”, dell’Isola delle Femmine nel Palermitano.