Don Gallo, il prete no global e amico degli ultimi

Amato dalla gente ma scomodo per le autorità ecclesiastiche

MAG 22, 2013 -

Genova, (askanews) – “Prete contro”, “sacerdote no global”, così lo chiamavano Don Gallo. Fondatore e animatore della Comunità di San Benedetto al Porto di Genova, era nato nel capoluogo ligure il 18 Luglio del 1928. Fin da piccolo fu attratto dalla spiritualità dei salesiani di don Giovanni Bosco.Nel 1960 divenne cappellano alla nave scuola della Garaventa, noto riformatorio per minori dove cercò di sostituire i metodi repressivi con una pedagogia basata sulla fiducia e sulla libertà. Ottenuta l’incardinazione venne inviato a Capraia per svolgere l’incarico di cappellano del carcere. Due mesi dopo venne nominato vice parroco della parrocchia genovese del Carmine, che divenne ben presto un punto di riferimento per i più poveri, gli emarginati e molti militanti della nuova sinistra, cristiani e non.Don Andrea fu così accusato di essere comunista e sarebbe questo il motivo per cui il cardinale Siri nel 1970 decise di trasferirlo nuovamente a Capraia, decisione che provocò nel quartiere e in città forti proteste. Il prete genovese si rifiutò però di obbedire e rifiutò l’incarico offertogli, ritenendo che lo avrebbe totalmente e definitivamente isolato.Don Gallo era considerato uno dei simboli del movimento no global. Nel 2006 per protestare contro la legge sulle droghe si fece multare dopo aver fumato uno spinello nella sede del Comune di Genova. Nel dicembre del 2012, terminata la celebrazione della messa per il 42esimo anniversario della Comunità di San Benedetto al Porto, intonò in chiesa insieme ai fedeli il canto partigiano ‘Bella ciao’, sventolando un drappo rosso.