Capri, 8 anni ai responsabili dell’omicidio di Stefano Federico

La corte d'Assise di Napoli ha ritenuto colpevoli i vigilantes

MAG 11, 2013 -

Capri (askanews) – Sono stati condannati a 8 anni in primo grado per omicidio preterintenzionale i 4 addetti alla sicurezza del porto di Napoli, accusati di aver pestato fino alla morte Stefano Federico, il 32enne caprese morto per le percosse il 16 gennaio 2011. Secondo i giudici, dunque, furono loro a determinare la morte di Stefano, picchiandolo fino a ucciderlo dopo un normale controllo. Il commento di Gino Federico, papà di Stefano e di Marco, fratello della vittima e avvocato penalista.”E’ stata fatta un po’ di giustizia – dice – forse noi in famiglia ci aspettavamo che venisse confermata la richiesta del Pm di 10 anni ma va bene così perché il processo è stato lungo”.”Io ho pensato molto in questo periodo, in questo dolore, alle famiglie delle vittime che non sono riuscite ad avere un risultato favorevole come il nostro, penso al caso Cucchi, al caso Uva, al caso Aldovrandi, anche se in quei casi si trattava di forze dell’ordine, però dico che facendo una valutazione complessiva e oggettiva siamo un poco più sereni”.In carcere sono finiti Marco Gargiulo, 35enne di Torre del Greco, Carlo Berriola, 43 anni di Portici, Armando D Avino, 32 anni di San Giorgio a Cremano e Vitale Minopoli, 45 anni di Napoli, dipendenti di una società privata che cura la sicurezza all’interno del porto partenopeo. Secondo gli inquirenti i 4 bloccarono Stefano mentre il giovane, forse in ritardo per l’imbarco, percorreva a passo svelto un tratto del molo, il cui accesso è interdetto. Dopo uno scambio di parole ci fu una colluttazione e Stefano, accerchiato e colpito, morì poco dopo.