Confisca da 1,3 mld al “re” dell’eolico Vito Nicastri

L'imprenditore ritenuto il prestanome di Messina Denaro

APR 3, 2013 -

Palermo, (askanews) – Un patrimonio immenso accumulato in trent’anni per un valore complessivo attorno a 1 miliardo e 300 milioni di euro, è questo il tesoro di Vito Nicastri, l’imprenditore siciliano di 57 anni leader del settore eolico, per il quale il Tribunale di Trapani ha emesso il provvedimento di confisca più cospicuo di sempre in applicazione della normativa antimafia.Dalle indagini è emerso che l’imprenditore manteneva strette relazioni con numerosi e qualificati esponenti mafiosi. Un ruolo, confermato dall interessamento dei due boss Salvatore e Sandro Lo Piccolo alle sue vicende imprenditoriali.Ma i rapporti “pericolosi” del “re” dell’eolico sono soprattutto con Matteo Messina Denaro, attuale primula rossa di Cosa nostra, di cui si ritiene che fosse il prestanome e con alcune ndrine calabresi come spiega Arturo De Felice che guida la Dia. “Parliamo di un imprenditore della zona grigia, della zona borderline che poter ottenere questo esponenziale arricchimento nel corso degli anni ha dovuto godere di amicizie in un territorio e in un contesto difficilissimo come quello trapanese, sul quale sappiamo tutti di chi sia l’influenza”.Tra i beni sequestrati 43 tra società e partecipazioni societarie; 98 beni immobili; 7 tra auto, imbarcazioni e motociclette; 66 disponibilità finanziarie. Vito Nicastri, il re degli impianti eolici nel meridione che si vantava di essere di essersi fatto da solo, ora è stato sottoposto all’obbligo di soggiorno nel suo comune di residenza, Alcamo, a metà strada fra Palermo e Trapani.