Un Conclave 2.0, il primo dell’era Twitter

E sul web compare anche l'iniziativa "Adotta un cardinale"

MAR 11, 2013 -

Roma (askanews) – Un Conclave 2.0, il primo dell’era Twitter. Dal 12 marzo i 115 cardinali di tutto il mondo si chiudono nella Cappella Sistina per eleggere il nuovo Papa. Improbabili aggiornamenti sui social network o sui blog dei porporati. Ma di sicuro la strategia comunicativa del Conclave che si appresta ad eleggere il nuovo Pontefice passa anche attraverso Twitter. Un caso per tutti: il giorno dell’annuncio della data di inizio Conclave, numerosi “principi della Chiesa” hanno subito trasmesso la notizia con un Tweet. A partire dal cardinale Mahony, che proprio sul profilo del social network aveva annunciato la sua decisione di recarsi a Roma per partecipare all’elezione del Papa, nonostante le polemiche per la sua partecipazione. Migliaia di follower seguono i profili dei porporati per avere aggiornamenti e news sui giorni ‘segreti’ che precedono il Conclave. Tanto che il gesuita padre Antonio Spadaro ha creato un profilo aggregatore che raccoglie tutti i profili dei cardinali elettori.Gli italiani appaiono però poco attenti a questa nuova forma di comunicazione. L’arcivescovo di Milano Angelo Scola, per esempio, ha creato un account ma attualmente è fermo e non ci sono nè follower nè tweet lanciati. Mentre il profilo del cardinale Gianfranco Ravasi è fermo al 28 febbraio quando il ministro della cultura vaticana ha congedato i suoi fan: “Grazie a tutti i miei sostenitori. Vi lascio per qualche giorno. In amicizia”.Attivissimi invece gli americani – soprattutto il cappuccino O’Malley e l’arcivescovo di New York Dolan – e il sudafricano Fox Napier. C’è infine un’altra iniziativa del web unica di questo Conclave: si chiama “Adotta un cardinale” e ha già raggiunto quasi 400mila sostenitori. Basta una semplice iscrizione e al fedele viene ‘assegnato’ casualmente un cardinale. Occorrerà pregare per lui per tutto il periodo del Conclave, e per i primi tre giorni di Pontificato del successore di Ratzinger.