Quando la movida è poco sostenibile, infuria la polemica a Milano

Residenti protestano, i locali si difendono, Comune temporeggia

OTT 18, 2012 -

Milano, (askanews) – Navigli, Corso Como, Colonne di San Lorenzo, Arco della Pace: sono i centri della movida di Milano, dove la città non dorme mai. In tutti i sensi: se infatti i locali alla moda fanno la gioia dei giovani nottambuli e dei commercianti, gli stessi posti sono l’incubo dei residenti. Come conferma Franco Spirito, presidente dell’associazione dei cittadini “Pro Arco Sempione”. “Di notte qui si concentrano migliaia di persone – racconta – che bivaccano sulla strada con i cocktails. Questo ha prodotto una devastazione del quartiere”. L’amministrazione comunale fatica a conciliare il diritto al commercio e quello alla tranquillità, e la voglia di divertimento dei giovani. Fabio Arrigoni, presidente di Zona 1, quella del centro della movida. “I soggetti sono diversi – dichiara – e ognuno deve dare la disponibilità a qualcosa.Quello che si può tentare è che le persone rispettino le regole”. Da parte loro i commercianti sostengono di fare di tutto: chiusura anticipata, steward per evitare che l’ambiente si surriscaldi, pulizia dei dehors. Fabio Acampora, che gestisce 7 locali, sostiene che il caos scatta quando i bar sono già chiusi. “C’è una presenza di venditori abusivi di alcol – racconta – che creano problemi dopo perché il locale chiude alle due di notte. Come mai la movida prosegue?”. La querelle suona in realtà come una contraddizione per una città che aspira ad essere una capitale della movida, ma che non ha ancora trovato la via per renderla sostenibile a tutti.