Stato-Mafia, Spatuzza: con Berlusconi avevamo il Paese in mano

Il pentito al processo Mori: non più mafiosi ma terroristi

OTT 5, 2012 -

Palermo (askanews) – La mafia come un gruppo di terroristi, è la descrizione che fa della Cosa Nostra del periodo stragista ’92-’93, il pentito Gaspare Spatuzza che ha deposto in videoconferenza al processo in corso a Palermo contro il generale dei carabinieri Mario Mori, imputato di favoreggiamento alla criminalità organizzata. Proprio quella svolta eversiva di Cosa Nostra, avrebbe portato Spatuzza nel 2009 alla decisione di pentirsi, come ha raccontato lui stesso nel corso del dibattimento.Il collaboratore di giustizia ha parlato anche del suo rapporto con il boss Giuseppe Graviano, al quale Spatuzza si è detto comunque legato da un rapporto di “fratellanza” che dura da quando aveva 10 anni. Nel corso del dibattimento, a proposito dei rapporti tra stato e mafia, sono emersi di nuovo anche i nomi di Silvio Berlusconi e Marcello Dell’Utri.Il pentito, infatti, ha ricordato l’incontro con Giuseppe Graviano avvenuto al bar Doney di Roma. “Mi disse che aveva definito tutto e ottenuto quello che ci aspettavamo – ha spiegato Spatuzza – la serietà di queste persone avrebbe permesso di ottenere tutto quello che chiedevamo, non come i socialisti, che si erano presi i voti senza fare nulla”. “Allora chiesi – ha concluso il pentito – se tra queste persone c’era Berlusconi, quello di Canale 5. Graviano disse di sì e che c’era un nostro paesano, Dell’Utri. Ci avevamo messo, disse, il Paese nelle mani”.