Napoli, nella “Terra dei fuochi”: il grido d’aiuto dei parroci

Appello del vescovo di Aversa a cittadini e istituzioni

AGO 3, 2012 -

Napoli, (askanews) – “Terra dei fuochi”. La zona a nord di Napoli, le campagne di Marcianise e Caivano, Acerra, Casalnuovo, Afragola e Casoria, qui la chiamano così: un nome guadagnato in forza degli incendi di immondizia, rifiuti speciali e pericolosi, che liberano diossina nell’aria, in terreni e falde acquifere. Un’emergenza sanitaria che fa aumentare i tumori sino al 47% più della media nazionale. A lanciare l’allarme 13 parroci del vicariato di Caivano. Don Giuseppe Esposito, della chiesa di San Pietro: “Sempre più notiamo la mancanza di sicurezza, la tutela del territorio, venga tutelata la grande Campania felix, che oggi è in mano alla delinquenza e alla camorra”.Accompagnato da don Maurizio Patriciello, minacciato dalla camorra, il vescovo di Aversa monsignor Angelo Spinillo ha visitato queste terre: un’esperienza sconvolgente, da cui un doppio appello a cittadini e istituzioni: “Ai cittadini possiamo chiedere consapevolezza e partecipazione nell’attenzione ai luoghi dove si vive. Agli enti pubblici diciamo che forse dobbiamo curare come società una possibilità di smaltimento che non sia tanto costosa da pensare che sia preferibile distruggerli”.Per questa gente è arrivato il tempo di gridare la propria disperazione, nella speranza che qualcuno, finalmente, ascolti.