Pomigliano, difende gli operai Fiat: lettera anonima al parroco

La missiva: pensa alle anime, gli operai hanno chi pensa a loro

LUG 13, 2012 -

Pomigliano d’Arco (askanews) – “Io ho ricevuto una lettera anonima nella quale venivo invitato a non occuparmi dei lavoratori ma a fare il prete secondo lo stile classico, cioé stare in chiesa, dedicarmi al culto e secondo loro alle anime. Vengo invitato a non occuparmi degli operai, si dice nella lettera: essi hanno chi si occupa di loro”. Don Peppino Gambardella, parroco di Pomigliano d’Arco, nel Napoletano, è diventato un prete scomodo. La sua colpa: aver difeso i lavoratori Fiat dello stabilimento campano nelle loro battaglie per il lavoro. Con una lettera anonima, scritta in buon italiano, Don Peppino è stato “invitato” a farsi i fatti suoi. “In modo particolare, in riferimento alla Fiat auto e agli operai che il Tribunale di Roma ha riammesso in fabbrica si diceva che la riammissione di questi operai sarebbe negativo per l’azienda in quanto comporterebbe costi nuovi”. Costi che, nel teorema prospettato dall’anonimo, ricadrebbero negativamente sul prezzo della nuova Panda, condinzionandone la vendita e la produzione. Sull’origine della missiva, ancora non si sa nulla, ma lo stesso Don Peppino, esclude la matrice camorristica.