Sicilia, contestata l’aggravante mafiosa: Lombardo s’infuria

Il governatore: si torna indietro come nel gioco dell'Oca

GIU 23, 2012 -

Palermo (askanews) – “Avanzavamo la ragionevole previsione che questo processo potesse concludersi positivamente e presto. Dopodiché, colpo di scena, come nel gioco dell’Oca si torna alla casella di partenza”. Così, il presidente della Regione Sicilia, Raffaele Lombardo,ha commentato la decisione della procura di Catania di contestargli l’aggravante mafiosa nel processo in cui è accusato di reato elettorale per voto di scambio.”Dopo due anni e mezzo di massacro mediatico – ha aggiunto il governatore – non sono stato interrogato, sono dovuto ricorrere a lunghe conferenze stampa, nonostante dalle dichiarazioni non emerga nulla che faccia riferimento al fatto che possa aver aiutato la mafia”. “Si parla di affari, appalti, raccomandazioni, concessioni, autorizzazioni. Dio mio, uno solo di questi vantaggi si può avere il piacere di averlo? No. E allora: non c’è nessuno scambio, nessun favore, nessun concorso, così almeno mi dicono i miei avvocati”.Lombardo in ogni caso ha ribadito la volontà di dimettersi entro il 29 di luglio in modo che si possa tornare alle urne, al massimo, entro il 29 di ottobre.