Bufera sul Vaticano, il Papa: “Viviamo in una Babele”

Nell'omelia di Pentecoste: sospetti ci rendono pericolosi

MAG 27, 2012 -

Roma, (askanews) – “Viviamo in una Babele”. Le parole di Papa Benedetto XVI in occasione dell’omelia per la Pentecoste suonano come un’amara constatazione del difficile momento che il Vaticano sta vivendo. L’arresto del suo maggiordomo, Paolo Gabriele, rinchiuso nelle camere di sicurezza Oltretevere con l’accusa di aver trafugato e divulgato documenti segreti del pontefice, le voci di altre talpe vicine al papa, entrano implicitamente nella sua omelia quando denuncia il “senso di diffidenza, di sospetto, di timore reciproco” che ci fanno “diventare pericolosi gli uni per gli altri”. Mentre le inchieste del Vaticano sulla fuga di informazioni riservate proseguono, arrivano anche le parole del presidente della Cei Angelo Bagnasco. “Ci sono situazioni – ha detto – che colpiscono e addolorano ma la fiducia e la presenza del Signore non vengono mai meno”. Il tentativo è quello di circoscrivere i veleni che, prima con la sfiducia al presidente dello Ior, Ettore Gotti Tedeschi e poi con l’eccellente arresto di Paolo Gabriele, stanno segnando il papato di Benedetto XVI e riavvicinare i fedeli alla parola del Vangelo. Ma dentro le Sacre Mura l’inchiesta della Commissione cardinalizia e della Gendarmeria va avanti per fare luce su questa intricata spy story.