Palermo, pizzo e forniture di caffè: sequestrate cinque società

Le aziende sono riconducibili a un uomo vicino a Totò Riina

MAG 26, 2012 -

Palermo, (askanews) – Mafia e commercio di caffè, un legame scoperto dalla Guardia di Finanza di Palermo che hanno sequestrato, nell’ambito dell’operazione “Coffee Break”, 5 società del capoluogo siciliano, di cui due operanti nel settore del commercio all’ingrosso di caffè, due bar, e una palestra. Tutte le attività sono riconducibili a Francesco Paolo Maniscalco, 48 anni, un palermitano pluripregiudicato ritenuto, in passato, uomo di fiducia di Totò Riina e condannato per associazione mafiosa. Il caffè della mafia di qualità inferiore rispetto al prodotto medio veniva imposto ai bar che erano costretti ad acquistarlo a un prezzo maggiorato temendo ritorsioni.La Guardia di finanza ha appurato che nonostante gli esigui redditi dichiarati al fisco, l’imprenditore e la sua famiglia conducevano un elevato tenore di vita. Dopo la sua scarcerazione (dicembre 2006), l’uomo ha visto aumentare notevolmente il numero dei propri clienti, addirittura +300% in un solo anno. Il valore delle aziende in sequestro si aggira sui 4 milioni di euro.