Palermo, una “Legge Borsellino” contro i rapporti mafia-politica

La proposta arriva della "Fondazione Progetto Legalità"

MAG 15, 2012 -

Palermo (askanews) – Una legge per stroncare una volta per tutte i rapporti tra mafia e politica; era il sogno di Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, i due magistrati siciliani uccisi a Palermo dalla malavita organizzata nel ’92, che ora può diventare realtà grazie all’impegno della “Fondazione Progetto Legalità”. Una “Legge Borsellino”, che comporti una maggior punibilità dell’odioso sistema del voto di scambio tra clan e amministratori. A illustrarne il contenuto Nino Di Matteo, presidente distrettuale dell’Associazione nazionale magistrati. “Noi vorremmo stimolare il Parlamento e le forze politiche – ha spiegato – ad approvare una legge che preveda come reato la stipula del patto, anche quando questo patto non prevede l’erogazione di denaro ma l’erogazione o la promessa anche di altre utilità: favori, raccomdanzioni, promesse di future concessione, finanziamenti, appalti, forniture”.Attualmente la normativa in vigore, punisce il candidato solo se paga in denaro il sostegno delle cosche, ma come sappiamo lo scambio di favori non sempre avviene solo in questi termini. “Si potrebbe dare un segnale forte – conclude il magistrato – che finalmente si vuole indirizzare la lotta alla mafia anche nel senso della repressione dei fenomeni di collusione tra la mafia e la politica, dobbiamo fare un salto di qualità nella lotta alla mafia che fino a ora nessun governo ha voluto fare”.Positivo il commento anche di Rita Borsellino, eurodeputata e sorella del magistrato: “E’ una proposta sacrosanta – ha detto – che consentirebbe di colpire con maggiore forza la zona grigia tra mafia e politica”.