Blitz di Greenpeace contro l’Enel a Brindisi: basta usare carbone

L'azienda: non siamo "killer", a Brindisi recuperiamo la Co2

APR 30, 2012 -

Brindisi (askanews) – Greenpeace contro l’Enel. Questa volta il blitz, in stile crop-circles, è alla centrale a carbone di Brindisi. Una gigantesca sagoma umana stilizzata è stata disegnata nei campi che circondano l’impianto. Sotto accusa le emissioni nocive nell’aria causate dalle centrali a carbone, che secondo Greenpeace, causerebbero, “un morto al giorno”. Andrea Boraschi, responsabile della campagna Energia e Clima di Greenpeace Italia. “Tra le 350 e le 400 miorti premature l’anno e circa 2 miliardi di euro di danni l’anno, sono questi i numeri della produzione elettrica da carbone di Enel in Italia”Greenpeace chiede all’Enel di dimezzare la produzione di energia da carbone entro il 2020 e azzerarla entro il 2030 investendo in fonti rinnovabili. “Non possiamo essere definiti killer climatici perché produciamo circa un millesimo della Co2 globale”, è invece la replica dell’Enel che considera errato lo studio di Greenpeace. Proprio la centrale presa di mira dagli attivisti è un impianto sperimentale per la riduzione delle immissioni di anidride carbonica nell’atmosfera che – spiega l’Enel – consente di abbattere circa 8mila tonnellate di Co2 l’anno.