Poker online, il campione Scarabosio: il gioco non va demonizzato

Traccia l'identikit del giocatore: giovane e tecnologico

MAR 15, 2012 -

Rimini, (askanews) – Ci sono gli “occasionali”, che giocano 100 euro una volta ogni tanto, i “professionisti o semiprofessionisti” che studiano, partecipano ai tornei, in media trascorrono 5-6 ore al giorno davanti allo schermo e realizzano profitti. Sono i giocatori del Poker on line, in espansione anche in Italia. Paolo Scarabosio, torinese, vincitore in diversi tornei internazionali, traccia l’identikit del pokerista e l’evoluzione del settore a Enada, la mostra internazionale degli apparecchi da intrattenimento e gioco alla Fiera di Rimini. “L’età media è molto bassa, sono ragazzi molto giovani, intorno ai 20 anni. Il fatto di poter aprire 10-15 tavoli alla volta se hai una mente sveglia di 15-20 anni è più facile rispetto a un 35enne-40enne”. Dalle sfide attorno al tavolo ovale si è passati sempre più spesso alle battaglie consumate in “room virtuali”. Con le nuove tecnologie, tra tablet e smartphone, il gioco del Poker ha subito una nuova accelerata e ora non serve più andare nei bar per poter sfidare altri giocatori.Scarabosio smentisce poi chi demonizza il Poker e lo considera la causa di patologie da gioco: “Purtroppo quelle sono patologie da curare, può succedere al poker come al Superenalotto, c’è gente che si è rovinata col Lotto. Forse il Poker ha salvato tanti giocatori che magari andavano a Saint Vincent o al casinò di Sanremo e si rovinavano”. La formula torneo, dove ci si iscrive con una cifra anche bassa e si sta al tavolo qualche ora, non crea danni alla salute, rivendica Scarabosio, ma anzi ha salvato tante persone.