Mafia, 25 anni dopo il Maxiprocesso il libro del giudice Giordano

Condannò a 2.665 anni di carcere il gotha di "Cosa Nostra"

FEB 11, 2012 -

Palermo, (askanews) – Era il 10 febbraio 1986 quando iniziava il più grande processo a Cosa Nostra, ancora oggi pietra miliare nella storia della lotta alla mafia. Venticinque anni dopo uno dei protagonisti, il giudice Alfonso Giordano ne ripercorre la storia in un libro intitolato appunto “Maxiprocesso, venticinque anni dopo”.”Io ho cercato di lasciare una traccia di un fatto molto importante che si è verificato a Palermo: Palermo capitale della mafia ha avuto l’onore di avere il maxi processo alla mafia”.Giordano, primo presidente della corte d’Assise, la sera del 16 dicembre 1987, dopo due anni di processo e 35 giorni di camera di consiglio, condannò a 2.665 anni di carcere tutto il “gotha” di Cosa nostra, tra mandanti ed esecutori dei più spietati omicidi che avevano insanguinato la Sicilia. Nel suo libro, il giudice ricostruisce minuziosamente quel processo, raccontando tra gli altri gli interrogatori di pentiti numeri uno, come Totuccio Contorno e Tommaso Buscetta.”Il maxiprocesso ha avuto un significato sociale per Palermo e credo che questo sia stato messo in evidenza in questo libro”.Proprio ad Alfonso Giordano si rivolse il boss Michele Greco mentre i giudici si stavano per ritirare in camera di consiglio: “Signor giudice – disse ai microfoni dell’aula bunker di Palermo – io vi auguro la pace, perché solo con la pace si può giudicare”.