Milano riconquista un simbolo, in Galleria torna il “Camparino”

Una storia nata nel 1915, la raccontano gestori Orlando e Teresa

GEN 24, 2012 -

Milano, (askanews) – “Il Camparino è nato nel 1867, qui a Milano dall’altra parte. Poi Campari, non più Gaspare ma Davide, il primo cittadino milanese nato in Galleria, ha aperto questo locale nel 1915 per fare un bar di passo”. Una storia che va di pari passo con quella di Milano: Orlando Chiari e la moglie Teresa Miani raccontano il Camparino, storico bar della Galleria Vittorio Emanuele, fratello minore del Caffè Campari, fin dall’inizio divenne punto di incontro della mondanità milanese. Nato come locale dove la gente passava di fretta per bere un caffè, meta di personaggi illustri, da Verdi ai pittori futuristi, immortalato nel quadro di Boccioni “Rissa in Galleria”, torna all’antico nome e splendore.”Forse ai tempi di Giuseppe Verdi e Puccini il locale in cui ti dovevi sedere al tavolo e sentire la musica per bere un caffè andava bene, poi si vede che gli avventori sono aumentati allora hanno deciso di fare il bar di passo veloce” racconta Orlando. Dalla famiglia Campari il bar è passato di mano a quella Zucca, storica casa del Rabarbaro, che ha rilevato il pacchetto azionario nel 1940. Il sarto pugliese Guglielmo Miani, papà di Teresa, rilevò poi la licenza del bar Zucca, rivoluzionando il locale. “Abbiamo allargato facendo la parte di fianco e poi sopra, l’abbiamo fatto tutto noi in boiserie di palissandro”.L’insegna torna Camparino dopo 16 anni, con la nuova versione firmata da Ugo Nespolo. E Milano riconquista un luogo simbolo, dove l’aperitivo a base di Campari e seltz è diventato un mito.