Vigile ucciso a Milano, la ricostruzione dell’investimento

Guidatore del Suv cerca l'uscita dal parcheggio come spaventato

GEN 13, 2012 -

Milano, (askanews) – Un primo tentativo di fuga, poi una retromarcia dettata dal panico, infine di nuovo avanti, con la sua corsa assassina. Nelle parole del testimone – a sua volta investito dal Suv – emerge tutta la follia della dinamica dell’investimento del vigile Nicolò Savarino. Alla vista dei vigili il guidatore del Suv mette bruscamente in moto investendo – schiacciandogli il piede sinistro – l’uomo che stava parlando con i due agenti di pattuglia nel parcheggio di via Varè a Milano, dinanzi alla stazione del Passante di Milano Bovisa. Poi accelera per arrivare alla fine della corsia. Non vedendo la svolta per uscire, torna indietro, in retromarcia. Poi di nuovo avanti per ripercorrere la stessa corsia in avanti. Nel frattempo il vigile, Nicolò Savarino, si porta con la bici all’uscita del parcheggio nel tentativo di intimare l’alt al Suv. Ma il guidatore non esita ad investirlo. Al primo impatto, ne seguono altri nel corso della manovra per uscire in strada. La bici, prima incastrata insieme al corpo, viene scalzata via.Il vigile invece resta agganciato sotto l’auto, e trascinato per oltre duecento metri. Il Suv non rallenta neanche per impegnare l’incrocio; svolta a destra e dopo altri cinquanta metri – secondo la testimonianza di alcune persone – si ferma bruscamente, per poi scartare via di lato il corpo di Nicolò, finalmente liberato.