Mafia, blitz contro uomini di Matteo Messina Denaro: 11 arresti

Sgominata cosca di Campobello di Mazara, coinvolto il sindaco

DIC 16, 2011 -

Trapani, (askanews) – Uno squarcio nella fitta rete di connivenze che permette da 18 anni la latitanza del numero uno di Cosa Nostra, Matteo Messina Denaro: è il frutto dell’indagine dei Ros che ha portato all’arresto di 11 persone a Campobello di Mazara, in provincia di Trapani. Accusati di associazione mafiosa, sono tutti ritenuti vicini al boss latitante. Fra loro anche il sindaco di Campobello, Ciro Caravà, personaggio ambiguo secondo la descrizione del procuratore aggiunto della Dda di Palermo, Maria Teresa Principato. “Non è un caso che lui non perdesse occasione per parlare male della mafia e quindi per passare all’opinione pubblica come un vero e proprio sindaco antimafia, da qui la sua ambiguità e la pericolosità del personaggio”.Il procuratore capo di Palermo, Francesco Messineo evidenzia che il sindaco va ritenuto nell’organico della cosca: non si parla di un appoggio esterno ma di vera e propria compenetrazione. L’operazione ha anche messo in rilievo, ancora una volta che l’appoggio alla mafia non arriva solo dagli affiliati alle cosche. “Riteniamo che attorno a Matteo Messina Denaro vi sia una cintura di favoreggiatori appartenenti ai più vari strati della società civile, non per forza criminali. E questo complica molto la sua ricerca”. Le indagini dirette dalla Dda di Palermo erano iniziate nel 2006 con l’obiettivo di smantellare la cosca di Campobello di Mazara, considerata una roccaforte di Messina Denaro.