Santa Lucia, in Sicilia festa golosa a suon di arancini

La preparazione regina incontrastata delle tavole siciliane

DIC 13, 2011 -

Palermo (askanews) – Il colore deve essere quello dell’oro vecchio. Al primo morso oppongono una morbida resistenza, poi il suk dei sapori custoditi dal riso invade i sensi. E la festa può cominciare. La festa è quella di santa Lucia che in tutta la Sicilia si festeggia con gli arancini. La preparazione è una vera liturgia, resa celebre dalla descrizione di Camilleri degli “arancini di Adelina”. La nostra è la versione della pasticceria palermitana Alba. Tutto comincia con la cottura del riso, come ci racconta Giuseppe Giuliano, maestro di cucina.La paternità di questa prelibatezza è degli arabi, ma fu la corte di Federico II a introdurre la panatura per poterli trasportare da una sponda all’altra del Mediterraneo. La tradizione vuole che il 13 dicembre, giorno di Santa Lucia, questa palla dorata diventi la regina incontrastata delle tavole siciliane. Giuseppe Tarantino, amministratore della pasticceria Alba racconta che nel solo giorno di Santa Lucia si vende lo stesso numero di arancine che normalmente si vende in 15 giorni.Inutile dire che sugli arancini il partito dei tradizionalisti, che ammette solo ragù di carne o prosciutto, besciamella e piselli come ripieno, è avversato dagli innovativi pronti ad addentarne anche una versione dolce al cioccolato. Ma ciò che più divide è il genere del nome: si dice arancina o arancino? In molti, storici compresi, si sono interrogati cercando invano una risposta. Nell’attesa buon appetito.