Modena, la funeral home aperta a tutti i culti fa discutere

L'arcivescovo diffonde le istruzioni: non si celebrano esequie

GIU 30, 2011 -

Salottini con luci soffuse, musica, televisori a schermo piatto per proiettare le immagini del defunto e una webcam per i parenti lontani. Si ispira al modello americano la funeral home inaugurata a Modena e ideata da Gianni Gibellini, imprenditore del settore che ha investito 6 milioni di euro per il progetto di “Terra cielo”, un segnale per i colleghi del settore.Nella “Terra cielo” ci sono il chiostro, una sala espositiva per i cofani, una camera per il lavaggio islamico della salma, laboratori per l’imbalsamazione, una sala da 700 posti per cerimonie multiculto. C’è anche una stanza che nel giorno del taglio del nastro è stata allestita come se stesse ospitando Luciano Pavarotti: per l’occasione c’era anche la vedova Nicoletta Mantovani. La funeral home, una delle prime in Italia, ha fa discutere il clero modenese: il motivo lo spiega padre Lorenzo Prezzi, direttore di “Settimana”, rivista della casa editrice Dehoniane.L’arcivescovo Antonio Lanfranchi – pur presente per la benedizione – ha diffuso nei una serie di “istruzioni” in cui si precisa che “non è possibile celebrare i riti delle esequie nelle camere ardenti”.